Il coraggio di non essere indispensabili
Ci sono momenti in cui ci sentiamo sopraffatti, tirati in tutte le direzioni. Tutti sembrano aver bisogno di noi, tutti sembrano aspettarsi da noi qualcosa di fondamentale; qualcosa di fondamentale per loro. E’ bello sentire di essere una guida, un punto di riferimento per chi ci circonda: bello e logorante. “Avrei davvero bisogno di staccare, di pensare un po’ a me…” Cosa te lo impedisce ?” “Be’, sai … loro, senza di me non riescono a fare niente …”
“Loro” sono, a scelta: il compagno o la compagna, i figli, i genitori, gli amici, i colleghi … i fratelli, i cognati e (perché no?) a volte anche i suoceri. C’è che quando si tratta di incastrarci da soli, siamo dei professionisti. Perché, se è vero che a volte ci troviamo invischiati senza averlo chiesto in situazioni drammatiche e da cui è difficile uscire, generalmente siamo noi stessi ad infilarci dritti nel tunnel.
Lo facciamo svolgendo al posto dei nostri figli attività quotidiane che potrebbero (e dovrebbero) fare da soli. Sobbarcandoci tutte le incombenze di casa perché, in fondo, siamo convinti che il nostro partner non sia in grado di fare le cose bene come sappiamo fare noi. Lo facciamo quando non abbiamo il coraggio di dire di no all’ennesima richiesta di un amico, un parente o un collega, perché potrebbe pensare che non ci importa abbastanza o che siamo degli egoisti.
Ogni volta che facciamo una di queste cose, scaviamo una fossa un po’ più profonda intorno a noi: impedendo ai nostri figli di crescere, deresponsabilizzando il nostro partner, passando agli altri il messaggio che il loro tempo è più importante del nostro. Soprattutto, convincendoci di essere indispensabili.
La buona notizia è che nessuno è indispensabile, nemmeno tu. Però sei importante, sei speciale e hai il dovere di prenderti cura di te stesso, prima che degli altri. Ricordo l’ultima volta in aereo: non ascolto quasi più le indicazioni sulla sicurezza ma quel giorno l’ho fatto. E per la prima volta, forse proprio perché seduto a fianco a me c’era il mio piccolo, ho colto la forza di questa indicazione: “In caso di necessità, le maschere a ossigeno usciranno automaticamente dai loro alloggiamenti… se viaggiate con un bambino, prima indossate voi la vostra maschera e solo dopo mettete la maschera al bambino”. Già, perché se non salvaguardiamo prima noi stessi, poi non riusciremo a fare nulla per aiutare gli altri, soprattutto quelli che dipendono da noi .
E’ sorprendente come spesso ci sentiamo in colpa per esserci concessi qualcosa, un acquisto, uno svago, anche solo un po’ di tempo per noi. Eppure, quando si tratta di fare qualcosa per gli altri, siamo sempre disponibili. Forse, gli altri lo meritano più di noi ?
La verità è che a volte, il carico che dobbiamo portare ci rende stanchi, irritabili e frustrati. E quell’amore che vorremmo provare, che sappiamo che dovremmo provare, rimane sommerso sotto strati di rancore e rabbia. Quando la cosa non trascende in stati di malessere fisico, dai più banali a situazioni preoccupanti.
Penso che la forma più nobile dell’amore verso gli altri passi prima attraverso l’amore ed il rispetto per noi stessi. Penso che non sia giusto permettere che il nostro tempo sia fagocitato da chiunque ci stia intorno e che dovremmo difendere tempi e spazi per coltivare anche le nostre passioni. Penso che per non sentirsi indispensabili ci voglia coraggio.
E tu … pensi di avere abbastanza coraggio per non essere indispensabile ?